Il bambino Parlatore Tardivo o Late Talker viene definito come il bambino che presenta un numero minore di 50 parole all'età di 24 mesi e/o assenza di combinatoria a 30 mesi.  Questa condizione rappresenta una condizione di alto rischio per il consolidarsi di un vero disturbo linguistico in epoche successive, motivo per cui l'intervento logopedico precoce è fortemente consigliato.


La definizione di disturbo del linguaggio in età evolutiva è utilizzata per descrivere quadri clinici molto eterogenei in cui le difficoltà linguistiche possono manifestarsi in associazione ad altre condizioni patologiche (deficit neuromotori, sensoriali, cognitivi e relazionali) o presentarsi in forma isolata. Le difficoltà linguistiche possono interessare in vario grado la comprensione, la produzione e l'uso del linguaggio, in una o più componenti linguistiche (fonologia, semantica, sintassi e pragmatica). Il disturbo ha un tasso di prevalenza piuttosto elevato e costituisce, dunque, uno dei motivi più frequenti di consultazione in questa fascia d'età. 


Alcuni ragazzi hanno difficoltà serie e persistenti nella lettura e/o scrittura e/o calcolo che determinano conseguenze importanti sulla loro vita. La carriera scolastica è costellata di fallimenti e vengono ripetutamente rimproverati per il loro scarso impegno, non consapevoli del reale problema: un disturbo di apprendimento. Fra gli insegnanti, la consapevolezza dell'esistenza di questi disturbi è oggi molto più diffusa rispetto al passato, permettendo una presa in carico precoce.


L’autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo, biologicamente determinato, con esordio nei primi 3 anni di vita. Le aree prevalentemente interessate da uno sviluppo alterato sono quelle relative a: interazione sociale reciproca, abilità di comunicare, gioco funzionale o simbolico, repertorio di attività e interessi. In particolare, il linguaggio può essere caratterizzato da ecolalia immediata o differita, errori pronominali, linguaggio idiosincratico, rigidità di contesto e alterazioni prosodiche. Il logopedista, all'interno di un'equipe multidisciplinare, aiuta a diminuire l'isolamento invalidante tipico dello spettro autistico, favorendo la comunicazione sociale e lo sviluppo linguistico.


Con il termine "deglutizione deviata" si identifica la permanenza di uno schema motorio infantile. Tra le cause più comuni vi è l'uso protratto del biberon o del ciuccio, abitudini orali viziate come il succhiamento del pollice o mangiare le unghie,  e condizioni patologiche come l'ipertrofia delle adenoidi o riniti ricorrenti. Il trattamento logopedico mira a capire le cause dell'insorgenza e rieducare le funzioni orali alterate attraverso degli esercizi mirati alla correzione della postura linguale e all'automatizzazione del corretto meccanismo di deglutizione. Spesso il logopedista lavora in sinergia con l'ortodontista che si occuperà di correggere le alterazioni da un punto di vista anatomico.


L'afasia è un disturbo acquisito del linguaggio che può interessare molti aspetti tra cui la comprensione e la produzione del linguaggio, la ripetizione di parole, la scrittura e la lettura. L'afasia si manifesta in seguito a una lesione cerebrale e le cause più comuni sono: ictus, trauma cranico e tumore (benigno o maligno). Il tipo e la severità del problema dipendono dalla zona colpita, motivo per cui esistono diverse manifestazioni dell'afasia. Le conseguenze di questo disturbo sono spesso invalidanti e difficili da gestire, non solo per il paziente che non riesce più a comprendere quello che gli dicono o non riesce più a dire quello che pensa, ma anche per i famigliari ai quali il logopedista riserva un'adeguata attività di counseling per guidarlo ad utilizzare le migliori modalità comunicative.

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